Breve storia personale
La mia storia inizia nel 1976, anno in cui decido di nascere, un lunedì di fine estate. Il mio primo vagito lo accoglie una città strepitosa, Firenze.
Passo l'infanzia in periferia, tra Sesto Fiorentino, Calenzano e anche San Polo in Chianti, dove vivono i miei nonni materni.
Nel 1989 supero l'esame di terza media e proseguo i miei studi a Firenze, all'Istituto Magistrale. Sono anni belli, dolci, intensi, in cui scopro l'amicizia e la gioia di crescere. Sono una ragazzina entusiasta, con tante, forse troppe, idee per la testa. Tutto mi incuriosisce, di tutto vorrei sapere, tutto voglio fare perché ai miei occhi il mondo racchiude così tanta meraviglia che è impensabile decidere di tralasciare qualcosa. Mi appassiono al disegno, ai fumetti, alla lettura, alle scienze e in particolare alla musica. Inizio quindi a prendere lezioni di chitarra, scrivo canzoni, mi diverto. Trascrivo i testi delle canzoni inglesi e le traduco in italiano, cerco gli accordi, scopro nuovi generi musicali. Poi arriva la maturità e la prima vera e importante decisione da prendere: studiare per il concorso e diventare insegnante o proseguire con l'università. La curiosità mi porta a scegliere di continuare a studiare e qui si apre un mondo. Vorrei studiare tutto, la scelta è davvero difficile. Sono attratta dalle scienze perciò in ballo ci sono biologia, scienze naturali, geologia, astronomia, scienze ambientali, scienze forestali. Per un' intera estate mi scervello per capire quale potrebbe essere la scelta giusta. A luglio, dopo una settimana sulle Dolomiti (altra grande passione), i nuvoloni si diradano e davanti a me si delinea la strada da intraprendere: mi iscrivo difatti a scienze forestali e ambientali e non potevo scegliere meglio! Gli anni universitari sono gloriosi, avventurosi, incredibili. Vivo a contatto con la natura, anche la più selvaggia, studio nei boschi, imparo i nomi di tutte le piante, partecipo a esercitazioni massacranti sulle Alpi dove ci fanno camminare per sentieri impervi per tutto il giorno, imparo i cicli biologici di tutti gli insetti, abbatto un albero centenario con la motosega. Io, da sola.
Nel tempo libero faccio volontariato e mi lancio a spengere incendi, lasciando ogni volta mia madre nell'angoscia, angoscia che si dissolve quando mi vede tornare tutta intera anche se sporca dalla testa ai piedi e qualche volta con qualche acciacco. Ma io sono così, lei lo sa, io ferma non posso stare, sembro una trottola impazzita, devo sempre avere a che fare con qualcosa. Nel frattempo continuo a suonare la chitarra, a partecipare a tutti i concerti possibili, a leggere e ascoltare musica.
Quando mi laureo ho già Camilla, di due anni. Sarà la prima di tre creature meravigliose. Il suo arrivo però cambia i miei piani, che mi vedevano a Roma per la tesi e poi chissà. Invece rimango a Firenze, trovo lavoro nella Protezione Civile, ma qualcosa dentro di me mi dice che non sono nel posto giusto. Continuo a essere curiosa, sento di avere qualcosa da dire e inizio a scrivere racconti e romanzi che rimangono nel cassetto.
Dentro di me permane comunque un desiderio, un richiamo forse innato, verso l'istituzione scolastica. Lontana dalla scuola, io, soffro, è un dato di fatto. Mi mancano i libri, il suono della campanella, i rumori molesti degli alunni, l'aria di carta che si respira tra quelle mura. Ed è inutile continuare a ignorare il richiama: io voglio insegnare. Mentre cerco di capire come fare, ecco la mia occasione. Mi chiamano da una scuola primaria. Così inizio a insegnare e da lì non ho più smesso.
Nel 2017 finalmente pubblico il mio primo romanzo, Ti regalo il Cielo e nel 2020 il secondo Esagera, la vita.
Le storie continuano ad accompagnare i miei giorni, perché è con loro che lascio i miei occhi vagare per il mondo, che siano storie scritte, lette o ascoltate, poco importa.
Quindi scrivo, sempre.
Siccome la frenesia del fare non mi è ancora passata, ho aperto da poco anche un Podcast, La macchina del tempo, nel quale affronto varie tematiche, più che altro parlo di ciò che più mi interessa.